Perché spesso le persone fanno più cose per danneggiare i loro nemici
Le persone sono spesso soggette a un forte impulso di giustizia reciproca, che si manifesta nel desiderio di fare del male a qualcuno che lo ha già fatto: si tratta di una sorta di reazione difensiva dettata dalle norme del mondo familiare. Come nota una fonte, quando una persona viene offesa, la sensazione naturale di chiedere vendetta è: "Se qualcuno mi ha fatto un torto.
Cosa dovrei fare?Devo fare la cosa giusta: vendicarmi. Ho subito un torto, e devo fare del male. Dal punto di vista di questo mondo, è così che dovrebbe essere, e tutti lo fanno: tu stai male per me – e io mi sento male per te, tu mi dai una parola – e io te ne do dieci" (fonte: link txt, pag.: 2124). Questo atteggiamento nei confronti della rappresaglia reciproca porta spesso al fatto che le azioni a danno dei nemici si accumulano, poiché soddisfano il bisogno di una reazione emotiva istantanea all'offesa.Allo stesso tempo, le azioni volte a portare gioia agli amici provengono da un motivo completamente diverso: non evocano mai emozioni così acute come un senso di ingiustizia o il dolore per il male. Come si dice in un'altra fonte, nelle parole "Qualcuno ti ha detto una parolaccia? Tu lo amerai. Ma come è possibile? Forse, e molto possibile, se lo si desidera. ... A parole lo diciamo tutti, ma in realtà non tutti lo facciamo" (fonte: link txt, pag.: 324), una persona dichiara spesso la sua intenzione di amare anche i nemici, ma il comportamento reale si discosta da questo ideale. Ed è spesso in una situazione di conflitto che prevale il desiderio di dare ciò che si merita, e non la gioia sincera del sostegno degli amici.Così, la combinazione del desiderio innato di autoaffermazione e del rispetto del principio della retribuzione per l'offesa ci rende inclini a commettere più azioni a danno dei nemici che a fare cose che portano gioia agli amici. Dopotutto, i momenti emotivamente difficili richiedono una risposta immediata, mentre la gioia generata dall'amicizia nasce naturalmente e non sente la pressione di un'azione immediata. Citazioni a supporto:"Se qualcuno mi ha offeso.
Cosa dovrei fare?Devo fare la cosa giusta: vendicarmi. Ho subito un torto, e devo fare del male. Dal punto di vista di questo mondo, è così che dovrebbe essere, e tutti lo fanno: tu stai male per me – e io mi sento male per te, tu mi dai una parola – e io te ne do dieci". (Fonte: link txt, pagina: 2124)"Qualcuno ti ha detto una parolaccia? Tu lo amerai. Ma come è possibile? Forse, e molto possibile, se lo si desidera. ... A parole lo diciamo tutti, ma in realtà non tutti ci comportiamo così". (Fonte: link txt, pagina: 324)