Al ritmo delle immagini: come viviamo il tempo
Immaginate che il tempo esista non solo come concetto astratto, ma anche come pulsazione vivente che può essere sentita attraverso il suono e vista nello sfarfallio delle immagini. Da un lato, le nostre orecchie percepiscono il tempo come una sequenza di suoni, della cui lunghezza ci rendiamo conto solo quando sono già passati. È la fine del suono che lascia nella nostra memoria la sensazione della sua durata, come se ogni istante vivesse solo nella memoria prima di dissolversi nell'etere. Questa idea evidenzia come le nostre esperienze passate plasmino la nozione di flusso continuo del tempo.D'altra parte, l'immagine visiva del tempo ci appare sotto forma di immagini in continuo mutamento, siano esse paesaggi, sagome fugaci o anche immagini paragonabili a una nave che scivola all'orizzonte. In questa dimensione, il tempo si presenta come un flusso dinamico di eventi che cerchiamo di comprendere e percepire osservandone il movimento. La sensazione della sua inafferrabilità ci ricorda che ogni momento, per quanto fugace, è pieno di bellezza ed energia uniche.In sintesi, questi due approcci, quello sonoro e quello visivo, illustrano figurativamente quanto sia sfaccettata la nostra percezione del tempo. Non si tratta solo di un conto alla rovescia meccanico di minuti, ma di un flusso vivo e pulsante, in cui il suono e le immagini visive danno il tono alla nostra percezione dell'esistenza. È attraverso tali rappresentazioni figurative che il tempo acquisisce la sua magia, rendendoci consapevoli del significato di ogni momento.
Come possiamo visualizzare il tempo: come appare, o come lo percepiamo a orecchio?Si può immaginare figurativamente il tempo come qualcosa che esiste in due diverse dimensioni: sonora e visiva.Da un lato, il tempo può essere percepito attraverso la natura del suono. Secondo un autore, determiniamo la durata di qualsiasi suono solo dopo il suo completamento. L'autore chiede: "E per quanto riguarda quello lungo – lo misuro mentre suona? Dopotutto, lo misuro solo alla fine. Ma quando è finita, scompare... In te, anima mia, misuro il tempo..." (Fonte: link txt, pagina: 723). Questa metafora sottolinea che la nostra valutazione della durata e del ritmo dipende dalla memoria di ciò che è già passato, non dalla percezione istantanea del suono.Il tempo, d'altra parte, può essere rappresentato visivamente come qualcosa di costantemente in movimento e cambiamento, come l'immagine che osserviamo. Ad esempio, un altro autore offre la seguente immagine: "Lascia che si muova e non si fermi finché non incontra l'eternità. Non torni indietro... O così: sei seduto in un caffè sul mare a un tavolino in mezzo al deserto di un caldo pomeriggio, e ti passa accanto come una nave all'orizzonte..." (Fonte: link txt, pagina: 1140). Qui il tempo si presenta come qualcosa che ci sfugge costantemente – come una nave o una bella donna – dimostrando il suo carattere sfuggente e continuo.Così, in un caso, ascoltiamo il tempo attraverso il ritmo dei suoni, la cui durata è determinata dal fatto del loro compimento, e nell'altro lo vediamo come un flusso dinamico di immagini, dove ogni istante rimane una breve ma vivida manifestazione di un moto eterno. Questi due approcci forniscono una visione vivida di come il tempo possa essere percepito figurativamente e allo stesso tempo ascoltarlo attraverso le sfumature sonore e osservare le sue metafore visive.Citazioni a supporto:"E una lunga - lo misuro mentre suona? Dopotutto, lo misuro solo alla fine. Ma quando è finita, scompare. Cosa sto misurando? ... In te, anima mia, misuro il tempo. Risparmiami da violente obiezioni; Risparmiatevi dalle obiezioni tempestose nella confusione delle vostre impressioni. In te, dico, misuro il tempo". (Fonte: link txt, pagina: 723)"Lascialo muovere e non fermarti finché non incontra l'eternità. Non lasciate che torni indietro e non si ostruisca, come l'acqua in uno scarico, e poi versate un ruscello improvviso. Lascialo passare. Passa come se fossi seduto alla finestra, e cammina come una bella donna con la quale tu (grazie alla vecchiaia) non hai nulla a che fare con te. O così: sei seduto in un caffè sul mare a un tavolino in mezzo al deserto di un caldo pomeriggio, e ti passa accanto come una nave all'orizzonte. La nave si muove, e il vento soffia sul tuo viso, e le onde sussurrano lentamente contro la riva, e il tempo passa". (fonte: link txt, pagina: 1140)