Formazione dell'identità: quando il mondo diventa lo specchio dell'ani
Fin dalla prima infanzia, iniziamo a percepire noi stessi attraverso il prisma degli altri, che pone le basi per la nostra autoconsapevolezza. Le prime impressioni ricevute dai propri cari costituiscono la base su cui viene successivamente costruita l'immagine della personalità. Il bambino impara a vedersi esattamente come lo vedono gli altri: tutte le sue caratteristiche si riflettono nelle valutazioni e nelle reazioni degli altri, determinando le sue definizioni iniziali di "io". Tuttavia, questo processo non si limita alla percezione esterna: l'esperienza psicologica, che combina sensazioni fisiche, esperienze emotive e interazione sociale, svolge un ruolo chiave nella formazione dell'identità. È in questa fase centrale che avviene l'integrazione delle sensazioni interne con l'influenza del mondo esterno, che rende possibile la formazione graduale di un'immagine complessa e integrale della personalità. Il risultato di questo processo è un sé dinamico e multiforme che si sviluppa e si arricchisce attraverso la comunicazione costante, l'autoriflessione e l'esperienza collettiva.
In che modo le aspettative sociali e l'influenza del mondo esterno modellano la nostra comprensione della nostra identità prima che la società determini chi dovremmo essere?RispostaLa formazione di un'idea della propria identità inizia molto prima che la società abbia sviluppato standard rigidi e definito ruoli specifici da cui una persona dovrebbe essere guidata. All'inizio della vita, le aspettative esterne e le dinamiche del mondo giocano un ruolo importante nel modo in cui un individuo inizia a percepire se stesso. Ad esempio, secondo il testo del fascicolo link txt, il bambino non si distingue ancora dall'ambiente e si percepisce attraverso il prisma delle valutazioni altrui: "Le immagini dei parenti gli scorrono davanti, ma non conosce la loro vita interiore, li percepisce semplicemente come personalità viventi. In questa fase, il bambino, che non si distingue dall'ambiente, si tratta come lo trattano gli altri. Si considera "Vanya", "Mitya", "Nadya", ecc., si considera con le valutazioni degli altri, si guarda con gli occhi di qualcun altro, pensa a se stesso con le parole di qualcun altro, in una parola, per se stesso un bambino è ancora solo un membro della connessione sociale, quello che gli altri chiamano "Vanya". Pensa a se stesso perché gli altri pensano a lui, e pensa a se stesso esattamente ciò che sente dagli altri. Senza questi "altri", senza un ambiente sociale vivo, il bambino non sarebbe in grado di distinguersi, e in esso si considera come lo considerano le persone che lo circondano. Questa citazione indica che le immagini primarie ricevute dai propri cari diventano la base per l'ulteriore formazione della percezione di sé: l'individuo impara a vedere se stesso attraverso il prisma delle reazioni e delle valutazioni degli altri all'inizio della vita.Inoltre, come notato nel materiale del link txt fascicolo, l'identità è coinvolta nel processo di interazione con il mondo a diversi livelli: somatico, psicologico e sociale. Nonostante in questo contesto si parli di una vasta gamma di fattori, è l'ordine psicologico la fase centrale in cui avviene l'integrazione dell'esperienza interna ed esterna: "L'identità è attivamente coinvolta nei processi in tre ordini di realtà: somatica (l'organismo cerca di preservare la sua integrità in costante interazione con il mondo esterno), psicologica (quando c'è un'integrazione dell'esperienza esterna e interna nella coscienza e nel comportamento di una persona) e sociale (l'identità influenza la trama sociale e la natura delle relazioni nelle comunità). Il fulcro di questi ordini è psicologico, e l'identità è stata studiata soprattutto sul piano psicologico..." Così, prima ancora che la società stabilisca un quadro rigorosamente definito per il comportamento individuale, la personalità si forma attraverso stimoli esterni: il bambino percepisce le sue caratteristiche non oggettivamente, ma attraverso il riflesso delle opinioni e delle aspettative degli altri. Questa percezione primaria, basata sulle posizioni degli altri, crea un'immagine di sé di base, che viene poi integrata da attributi sociali, culturali e psicologici più complessi.Citazioni a supporto:"Le immagini dei parenti gli scorrono davanti, ma non conosce la loro vita interiore, li percepisce semplicemente come personalità viventi. In questa fase, il bambino, che non si distingue dall'ambiente, si tratta come lo trattano gli altri. Si considera "Vanya", "Mitya", "Nadya", ecc., si considera con le valutazioni degli altri, si guarda con gli occhi di qualcun altro, pensa a se stesso con le parole di qualcun altro, in una parola, per se stesso un bambino è ancora solo un membro della connessione sociale, quello che gli altri chiamano "Vanya". Pensa a se stesso perché gli altri pensano a lui, e pensa a se stesso esattamente ciò che sente dagli altri. Senza questi "altri", senza un ambiente sociale vivo, il bambino non sarebbe in grado di distinguersi, e in esso si considera come lo considerano le persone che lo circondano. (fonte: link txt)"Tuttavia, ci sono molti altri orizzonti. L'identità è attivamente coinvolta nei processi in tre ordini di realtà: somatica (l'organismo si sforza di preservare la sua integrità in costante interazione con il mondo esterno), psicologica (quando l'integrazione dell'esperienza esterna e interna avviene nella coscienza e nel comportamento di una persona) e sociale (l'identità influenza la trama sociale, la natura delle relazioni nelle comunità). Il fulcro di questi ordini è psicologico, e l'identità è stata studiata soprattutto sul piano psicologico..." (Fonte: link txt)