L'evoluzione attraverso il Fuoco della Purificazione
Immaginate un mondo in cui l'inferno cessa di essere un luogo di tormento eterno e si trasforma in una fase temporanea sulla via della perfezione. Qui, le prove e i cicli di rinnovamento non sono una punizione per i peccati, ma un importante processo di auto-purificazione che permette agli esseri di superare le imperfezioni accumulate. Questo viaggio dinamico inizia con la presa di coscienza: gli errori del passato si trasformano in esperienze preziose che temperano l'individuo in un flusso infinito di nascite e rinnovamenti. In questo concetto, il periodo di transizione assomiglia a un fuoco purificatore, in cui la negatività e le caratteristiche imperfette lasciano gradualmente il posto all'interezza e alla luce. Ogni nuova rinascita diventa un'occasione per correggere vecchie mancanze, contribuendo alla crescita personale e alla liberazione dall'"ombra" accumulata. Qui le prove non sono una punizione, ma un incidente necessario attraverso il quale avviene il processo di rinascita e l'acquisizione del vero potenziale. Alla fine, questa visione della vita e della morte offre speranza di trasformazione e liberazione, aprendo la strada a uno stato in cui non c'è spazio per la sofferenza eterna. È attraverso il costante miglioramento e la purificazione di sé che ogni anima ha la possibilità di raggiungere l'ideale dell'esistenza, dove il fuoco delle prove si trasforma nella luce dell'illuminazione interiore.
Come possiamo spiegare logicamente il concetto di un mondo senza inferno, sostituito dal processo di purificazione dal demone che matura nel contesto della vita riutilizzabile?In una spiegazione logica dell'idea di un mondo senza inferno eterno, dove l'"inferno" è sostituito da un processo di purificazione, si può vedere il seguente schema: invece di pensare all'inferno come a una punizione infinita e inevitabile, lo stato che tradizionalmente associamo all'inferno è inteso come una fase di transizione sul sentiero della perfezione dell'essere. Cioè, condizionatamente, l'"esperienza infernale" non è una condanna eterna, ma una prova necessaria per gli esseri che si trovano in uno stato di esistenza incompleta, che passano attraverso un processo di purificazione attraverso cicli ripetuti di "morte" e "resurrezione" (nel contesto della vita ripetuta).Come sottolinea una delle fonti, "il significato dell'esistenza infernale è che non esiste. Per un'esistenza imperfetta, non sufficientemente lussuriosa... La metà dell'esistenza della creatura è l'unica via possibile che conduce alla sua perfezione senza nuocere alla sua libertà..." (Fonte: link txt). Qui, l'inferno non appare come un luogo finale ed eterno di tormento, ma solo come una fase necessaria durante la quale un'entità indegna della piena esistenza passa gradualmente attraverso uno stato di "vita attraverso la morte" e la "semi-resurrezione". Un tale processo può essere inteso come una pulizia di quello che può essere convenzionalmente chiamato un "demone della maturazione" – l'accumulo di tratti negativi o imperfetti che richiedono una trasformazione.Così, nella prospettiva della reincarnazione, ogni vita e ogni rinascita offre l'opportunità di correggere gli errori dell'esistenza precedente. Non c'è una condanna eterna, ma solo un costante superamento ed eliminazione delle imperfezioni accumulate, che alla fine vi permette di raggiungere uno stato integrale dell'essere, dove "l'inferno" in quanto tale non è più presente. È attraverso questo processo dinamico di purificazione e auto-miglioramento che il demone (come simbolo dell'oscurità che matura o delle tendenze negative accumulate) viene gradualmente neutralizzato, lasciando il posto alla luce e all'interezza.Citazioni a supporto:"Il significato dell'esistenza infernale è che non esiste. Per un essere imperfetto, non sufficientemente avido, cioè essenzialmente non bramoso, la metà dell'esistenza della creatura è l'unica via possibile che conduce alla sua perfezione senza danneggiare la sua libertà, che fa la sua perfezione e la sua auto-perfezione. Questa epoca è 'transitoria', cioè non esiste né come essere, né non-essere, né morire-resurrezione, ma come 'morte vivente', come metà-essere-semi-non-essere, metà morire-metà-resurrezione, per non 'passare', ma per essere, per non essere, per morire e risorgere". (Fonte: link txt)