Il dovere del lavoro: come l'ozio ostacola la crescita spirituale
Nel mondo moderno, molte persone si trovano di fronte alla tentazione di chiudersi in una comoda zona di ozio, non rendendosi conto che un tale approccio alla vita può comportare la perdita non solo dei benefici della vita, ma anche dello sviluppo spirituale. Gli insegnamenti contenuti nel documento ci ricordano la sacra responsabilità che grava su di noi dal momento in cui riceviamo la grazia. Invece di godere di infiniti momenti di riposo e di inattività, siamo incoraggiati a lavorare sodo e a migliorarci costantemente, perché è la partecipazione attiva alla vita che ci permette di moltiplicare i doni che ci vengono dati dall'alto. Una tale visione suggerisce un ripensamento delle priorità personali: utilizzando le opportunità ricevute per lo sviluppo, una persona non solo arricchisce la sua anima, ma diventa anche fonte di ispirazione per gli altri. Di conseguenza, il rifiuto dell'ozio diventa un passo importante verso il raggiungimento della perfezione morale e spirituale, sottolineando che la nostra vita dovrebbe essere un processo continuo di lavoro su noi stessi e di sostegno ai valori sociali.
Perché in alcuni insegnamenti è considerato un peccato essere "svolti" e in che modo questo si collega alle norme morali?In alcuni insegnamenti, essere uno "srotolatore" implica non tanto l'ozio esteriore quanto il rifiuto di partecipare attivamente alla vita, che porta allo spreco dei benefici dati a una persona e alla possibilità di crescita spirituale. Secondo una delle fonti riportate nel documento link txt, l'ozio e la riluttanza a lavorare sono considerati un peccato, poiché una persona, avendo ricevuto la grazia, è obbligata a moltiplicarla nella sua vita, e la mancanza di lavoro attivo porta al declino spirituale: "Costringersi a lavorare. Tutti noi lottiamo per l'ozio. Amiamo le vacanze, le vacanze, amiamo sederci con gli amici, parlare del più e del meno, sdraiarci, leggere. A tutti noi piace non fare nulla. Tutti noi amiamo la pace. E questo è un peccato. Dio non voglia che ciò avvenga..." (Fonte: link txt)Si nota anche che ricevere la grazia nel battesimo impone all'uomo l'obbligo di non sperperarla, di non "calpestarla nel fango", ma di usarla per lo sviluppo spirituale e morale. Ciò dimostra che le norme morali in questo contesto sono costruite sul principio di utilizzare i doni e il potere ricevuti per un progresso continuo, mentre uno stile di vita ozioso e il rifiuto di lavorare diventano espressione di una violazione della legge interiore della vita:"Abbiamo ricevuto la grazia nel battesimo – e invece di raccoglierla, ricevere grazia su grazia, perché cresca nei nostri cuori, si moltiplichi, perché anche gli altri se ne nutrano, spargiamo questa grazia, la calpestiamo nel fango; facciamo tutto il contrario, contro i comandamenti di Dio..." (Fonte: link txt)Così, in questi insegnamenti, il peccato consiste non solo nella non osservanza delle regole esterne, ma anche nel rifiuto di un'attività di vita attiva e intenzionale, in contrasto con le norme morali che richiedono che la persona lavori costantemente su se stessa, l'uso corretto dei doni spirituali e la partecipazione a una vita che contribuisce allo sviluppo della morale non solo personale, ma anche pubblica.Citazioni a supporto:"Costringersi a lavorare. Tutti noi lottiamo per l'ozio. Amiamo le vacanze, le vacanze, amiamo sederci con gli amici, parlare del più e del meno, sdraiarci, leggere. A tutti noi piace non fare nulla. Tutti noi amiamo la pace. E questo è un peccato. Dio non voglia che ciò avvenga..." (Fonte: link txt)"Abbiamo ricevuto la grazia nel battesimo – e invece di raccoglierla, ricevere grazia su grazia, perché cresca nei nostri cuori, si moltiplichi, perché anche gli altri se ne nutrano, spargiamo questa grazia, la calpestiamo nel fango; facciamo tutto il contrario, contro i comandamenti di Dio..." (Fonte: link txt)