Pensiero limitante: come le immagini degli dei modellano la nostra per
Il mondo degli antichi dei, incarnato nelle immagini, può servire non solo come fonte di ispirazione, ma anche come trappola per la nostra coscienza. All'inizio, ci abituiamo letteralmente alle idee create da migliaia di anni di tradizioni di culto, e il nostro pensiero si abitua a fare affidamento su archetipi già consolidati. Un tale approccio inizia presto a limitare lo sviluppo di nuove idee, quando la mente rimane bloccata nel quadro delle immagini imposte e perde la capacità di cercare liberamente in modo creativo. C'è un pericolo nella profondità di questo fenomeno: se il pensiero lavora solo attraverso il filtro dei modelli culturali, si trasforma in un processo incompleto, in cui l'emergere indipendente delle idee lascia il posto alla ripetizione di modelli collaudati. Il meccanismo psicologico quando le immagini esterne hanno un'influenza dominante sulla percezione porta al fatto che il nostro pensiero rimane solo parziale, impresso in rappresentazioni fisse. La freschezza e la spontaneità del pensiero sono messe in ombra dalle immagini preliminari, non permettendo a nuovi orizzonti concettuali di dispiegarsi pienamente.Per riassumere, sebbene le immagini degli dei abbiano un potente simbolismo e un significato storico, corrono il rischio di fissare le nostre menti nel quadro di tradizioni consolidate da tempo. La liberazione da questi stereotipi e il desiderio di una vera libertà di pensiero richiedono un costante rinnovamento e un approccio creativo che permetta di guardare oltre gli schemi consueti e di aprire uno spazio illimitato per una nuova comprensione indipendente del mondo.
Perché, mentre creava immagini di dèi saggi, l'umanità ha forse perso la capacità di pensare in modo indipendente?Creando immagini di dèi saggi, le persone potrebbero involontariamente rimanere bloccate in modi fissi di percezione e comprensione, quando le immagini diventano non creazioni indipendenti del pensiero, ma solo percezioni coscienti, limitate da schemi imposti. Di conseguenza, c'è un effetto quando il pensiero si abitua a fare affidamento su immagini già pronte e non sul libero processo di formazione di nuove idee. Come si legge in una delle fonti, "le immagini non sono altro che percezioni coscienti. L'elemento indipendente del pensiero non può dispiegarsi pienamente nella rappresentazione figurativa, perché l'altro continua ad essere diverso e continua a mantenere un ruolo indipendente. Essendo diverso per il pensiero e allo stesso tempo condizionando questo pensiero, l'altro irrompe nel pensiero con tutto il suo elemento impensabile e, di conseguenza, privo di significato. Qui l'impensato e l'insensato continuano ancora a determinare e a plasmare il pensiero, cioè a renderlo solo un pensiero parziale, solo un grado di pensiero. (fonte: link txt)In altre parole, quando il pensiero si abitua alle immagini degli dèi, si limita a quelle caratteristiche che queste immagini già stabiliscono. Un tale approccio può interferire con lo sviluppo di un pensiero a tutti gli effetti, libero e indipendente, poiché le immagini esterne, spesso congelate, influenzano il processo di comprensione stesso, non permettendo al pensiero creativo e illimitato di dispiegarsi completamente. Questo porta al fatto che il pensiero rimane solo parziale, mediato e sempre un po' "colorato" da quelle immagini che sono già state create in precedenza.Citazioni a supporto:"Le immagini non sono altro che percezioni coscienti. L'elemento indipendente del pensiero non può dispiegarsi pienamente nella rappresentazione figurativa, perché l'altro continua ad essere diverso e continua a mantenere un ruolo indipendente. Essendo diverso per il pensiero e allo stesso tempo condizionando questo pensiero, l'altro irrompe nel pensiero con tutto il suo elemento impensabile e, di conseguenza, privo di significato. Qui l'impensato e l'insensato continuano ancora a determinare e a plasmare il pensiero, cioè a renderlo solo un pensiero parziale, solo un grado di pensiero. (fonte: link txt)