Universalità e soggettività della morale: due visioni nel dialogo
La discussione sulla natura delle norme morali ribolle di energia e di profonda riflessione: da un lato, molti autori sottolineano la presenza di norme universali e incrollabili che permeano l'intero sistema etico. Questi principi universali, indipendentemente dalle differenze culturali e storiche, servono come fondamento a cui tende la coscienza, trasformandosi in linee guida oggettive per il bene e il male, il vero e il falso. D'altra parte, c'è l'opinione che le valutazioni morali derivino da reazioni emotive soggettive, che assumono forme diverse a seconda delle tradizioni culturali e del contesto storico. Una tale percezione dei valori sottolinea che, anche se gli ideali di base sono gli stessi, la loro specifica affermazione può variare considerevolmente, riflettendo l'esperienza individuale e collettiva della società. Di conseguenza, questa visione dinamica e complessa della morale non solo forma un quadro filosofico, ma stimola anche il nostro desiderio di trovare un equilibrio tra le norme oggettive e le loro mutevoli manifestazioni nella vita reale.
I valori morali sono norme universali o sono costrutti soggettivi?Sulla base delle citazioni presentate, la discussione sulla natura dei valori morali comprende due punti di vista complementari.Da un lato, alcuni testi sottolineano che, nonostante le differenze culturali e storiche nella loro formulazione, gli imperativi morali di base sono universali. Così, in uno dei frammenti si dice:"Per Windelband, come per tutti i kantiani e i neo-kantiani in generale, ci sono solo tre categorie normative, tre norme universali: vero o falso, bello o brutto, e morale buono o cattivo". (fonte: link txt)Questa affermazione suggerisce che il bene e il male morale sono inclusi nel numero delle norme fondamentali e generalmente accettate, il che conferma la loro natura oggettiva e universale.Inoltre, un altro testo sottolinea il legame indissolubile tra coscienza e valori oggettivi:"La coscienza non può essere un oggetto di se stessa, la sua essenza risiede nel suo orientamento verso i valori morali più alti, oggettivamente esistenti. Pertanto, l'etica non può essere basata sulla coscienza..." (Fonte: link txt)Qui si sottolinea che i valori morali agiscono come qualcosa di oggettivo a cui la coscienza dovrebbe tendere, il che sostiene ancora una volta l'universalità di queste norme.D'altra parte, un certo numero di autori richiama l'attenzione sul fatto che le nostre valutazioni, comprese quelle morali, sono generate da reazioni emotive soggettive e possono assumere forme diverse nelle diverse culture. Ad esempio, si nota:"La disponibilità al sacrificio di sé, per esempio, è stata apprezzata in ogni tempo e tra tutti i popoli, anche se ovunque è stata formulata in modo diverso e in nome di valori diversi". (fonte: link txt)Ciò indica che l'espressione specifica di uno stesso ideale valoriale può variare a seconda delle condizioni storiche, sociali e culturali. La teoria di Ehrenfels porta anche a una comprensione del valore attraverso il prisma della desiderabilità e della colorazione emotiva, che punta ancora una volta all'aspetto soggettivo della formazione del valore (fonte: link txt).Così, dai materiali forniti, si può concludere che i valori morali hanno contemporaneamente le caratteristiche di norme universali – servono come linea guida a cui la coscienza tende e che stabilisce un quadro etico fondamentale – e, allo stesso tempo, le loro specifiche manifestazioni, forme e sfumature possono essere il prodotto di un'esperienza soggettiva storico-culturale. Ciò sottolinea la natura complessa del pensiero etico, in cui i fondamenti oggettivi degli imperativi morali coesistono con la varietà delle loro interpretazioni nel mondo reale.Citazioni a supporto:"Per Windelband, come per tutti i kantiani e i neo-kantiani in generale, ci sono solo tre categorie normative, tre norme universali: vero o falso, bello o brutto, e morale buono o cattivo". (fonte: link txt)"La coscienza non può essere un oggetto di se stessa, la sua essenza risiede nel suo orientamento verso i valori morali più alti, oggettivamente esistenti. Pertanto, è impossibile basare l'etica sulla coscienza - questa sarebbe una forma raffinata di psicologismo in etica. (Fonte: link txt)"La disponibilità al sacrificio di sé, per esempio, è stata apprezzata in ogni tempo e tra tutti i popoli, anche se ovunque è stata formulata in modo diverso e in nome di valori diversi". (fonte: link txt)"Un esempio lampante di psicologismo, soggettivismo e relativismo coerenti in assiologia è la teoria di Ehrenfels. Secondo Ehrenfels, il valore di un oggetto è la desiderabilità del suo soggetto..." (fonte: link txt)