I limiti della conoscenza: l'agnosticismo e la questione dell'esperien
L'agnosticismo oggi agisce come un duro richiamo ai nostri limiti nel conoscere l'essenza delle cose e, in particolare, Dio. L'introduzione di questa posizione filosofica sottolinea che le nostre possibilità di percezione sensoriale sono in grado di abbracciare solo parzialmente la realtà, uscendo oltre i confini della cosiddetta conoscenza assoluta. L'idea principale è incentrata sulla negazione della possibilità di una conferma empirica delle verità religiose: un'esperienza capace di stabilire una connessione profonda e diretta con il Divino richiede un'esperienza interiore, una sensazione che non può essere pienamente ottenuta attraverso i sensi esterni. Così, l'agnosticismo non pretende di avere una conoscenza positiva, ma piuttosto riflette lo scetticismo e il dubbio sulla possibilità di una comprensione affidabile delle realtà spirituali. In conclusione, l'agnosticismo si basa non tanto sulla negazione quanto sulla consapevolezza dei limiti dell'esperienza umana, che ci costringe a ripensare i criteri della vera conoscenza e a valorizzare il percorso interiore per comprendere l'ignoto.
L'agnosticismo può essere considerato come una forma di conoscenza frutto della conoscenza?L'agnosticismo, infatti, assume una posizione scettica riguardo alla possibilità di conoscere la verità (in particolare, la verità religiosa), e non rappresenta la conoscenza positiva che è il risultato della conoscenza. In altre parole, l'agnosticismo nega la possibilità di giungere a una conoscenza ferma e immediata dell'essenza delle cose, compreso Dio, e, su questa base, non può essere considerato come il frutto di una conoscenza profonda, che si basa sull'esperienza interiore e sull'influenza diretta sull'anima.Così, come notato in una delle fonti, l'agnosticismo è posizionato come la convinzione che la conoscenza religiosa non possa avere una base empirica e sensuale: "Egli presume che la conoscenza religiosa non possa essere empirica (sperimentata), cioè avere come base una speciale percezione sensoriale. L'incondizionato, sostengono gli agnostici, si trova al di fuori del regno della percezione sensoriale, non può dare una sensazione a se stesso o impressionarci, e quindi non possiamo né essere convinti della reale esistenza della Divinità, né tanto meno conoscerLo. Ma l'idea che non ci sia una base empirica nella conoscenza religiosa è un pensiero sbagliato. Certo, è impossibile percepire la Divinità attraverso i sensi esterni, ma è possibile e infatti c'è un'influenza della Divinità sull'uomo, non solo esternamente, mediata dalla natura, ma anche internamente, sull'anima, percepita dal senso interiore. È questa influenza piena di grazia della Divinità sull'anima che serve come base sperimentale per la conoscenza di Dio". (Fonte: link txt, pagina: 59).Così, la posizione dell'agnosticismo si basa proprio sulla negazione della possibilità di una cognizione affidabile dell'essenza, a partire dalla limitazione della percezione sensoriale. La cognizione, come frutto degli sforzi e dell'esperienza interiore, si costruisce sulla presenza di un'esperienza positiva, che permette di stabilire una connessione con l'oggetto della conoscenza. E poiché l'agnosticismo non fornisce un'esperienza così positiva, ma segna solo i limiti delle nostre capacità, non può essere considerato una forma di conoscenza, ma piuttosto un riflesso dei dubbi e dei limiti delle possibilità di conoscenza.Citazioni a supporto:"Egli presume che la conoscenza religiosa non possa essere empirica (vissuta)... Ma l'idea che non ci sia una base empirica nella conoscenza religiosa è un pensiero sbagliato. Certo, è impossibile percepire la Divinità attraverso i sensi esterni, ma è possibile e infatti c'è un'influenza della Divinità sull'uomo, non solo esternamente, mediata dalla natura, ma anche internamente, sull'anima, percepita dal senso interiore. È questa influenza piena di grazia della Divinità sull'anima che serve come base sperimentale per la conoscenza di Dio". (Fonte: link txt, pagina: 59).Così, l'agnosticismo non è il risultato della cognizione, ma piuttosto incarna un atteggiamento scettico nei confronti della possibilità della conoscenza, che la priva dello status di conoscenza positiva.