L'esigenza di rivolgersi a lei come "Tu" può essere vista come un tentativo di preservare la natura speciale, rispettosa e separata dalla mondanità della comunicazione spirituale. Questo requisito riflette il desiderio di sottolineare che le relazioni spirituali e le conversioni non devono essere superficiali o casuali, ma devono essere osservate in un certo modo rituale e rispettoso. In questo caso, un tale modo di rivolgersi aiuta ad evitare il fatto che il discorso sia visto come un tratto della mondanità, che può "abbassare" l'importanza della comunicazione spirituale.
I credenti spesso scelgono una forma di indirizzo che implica la vicinanza personale e la semplicità nella comunicazione con i vicini, mentre allo stesso tempo si sforzano di mostrare la loro responsabilità e umiltà di fronte ai principi superiori. Una tale disparità di trattamento non è solo un incidente, ma un riflesso dell'ideale interiore di modestia e uguaglianza. Ad esempio, quando si rimprovera di essere troppo ambiziosi, si dice così:
La critica atea vede il destino dei cristiani come l'idea di cercare di acquisire valori spirituali simili a quelli di Dio già su questa terra e di credere nella risurrezione fisica del corpo, che promette la vita eterna in Dio. Secondo i critici, questa visione non si basa solo su idee che contraddicono i principi del razionalismo e della verifica empirica, ma contraddice anche i fondamenti del cosiddetto umanesimo ateo.
I testi presentati nelle citazioni indicano che il passaggio dell'anima a uno stato di tormento eterno (inferno) avviene dopo la fine della vita terrena, cioè dopo la morte fisica. Ad esempio, una delle fonti afferma:
Il comandamento "Siate fecondi e moltiplicatevi" non pone di per sé un limite numerico rigoroso, ma serve principalmente come espressione della benedizione e dell'incarico di Dio con cui all'uomo è stato concesso il dominio sulla terra. Una fonte (1128_5639.txt) afferma: