Come possiamo interpretare l'affermazione che non ci sono Dio e gli angeli, data la necessità di credere in loro?
L'affermazione sull'assenza di Dio e degli angeli può essere interpretata non come una prova della loro non esistenza, ma come un'indicazione che la loro essenza va oltre la percezione sensoriale diretta. Cioè, anche se non possiamo osservarli empiricamente, ciò non nega la necessità di credere in essi, poiché la fede si basa non solo su ciò che può essere visto o misurato, ma anche sui principi fondamentali dell'insegnamento cristiano.Come si legge in una delle fonti, "un atteggiamento scettico nei confronti delle testimonianze bibliche e patristiche sugli angeli non separa una persona da Dio e dalla Chiesa. Ricordiamo che la base della nostra fede è la fede nell'Unico Signore in Tre Persone..." (Fonte: 278_1385.txt). Qui si sottolinea che la questione della fede negli angeli è incorporata in un più ampio sistema di dogmi cristiani, in cui l'esperienza personale della fede e la fiducia nella rivelazione divina giocano un ruolo decisivo.Un'altra fonte spiega che, poiché Gesù Cristo, grazie alla Sua infallibile affidabilità, richiede una fede incondizionata, l'insegnamento sull'esistenza degli angeli deve essere accettato senza compromessi: "Se rifiutiamo l'esistenza degli angeli, allora dobbiamo rifiutare l'immortalità della nostra anima, e la futura vita eterna, e in generale l'intero insegnamento di Cristo sul destino dell'uomo" (fonte: 467_2334.txt). Così, la fede negli angeli non è un elemento aggiuntivo, ma una conseguenza logica dell'affermazione cristiana fondamentale su Dio e la salvezza attraverso Cristo.Si dice anche che l'evidenza dell'apparizione degli angeli, sebbene basata sulle parole di persone giuste, sia confermata da eventi successivi, il che indica l'attendibilità delle loro descrizioni (fonte: 1096_5478.txt). Ciò indica che la presenza invisibile degli angeli è confermata non tanto dalla loro evidenza empirica, quanto dall'esperienza storica e spirituale della comunità dei credenti.Infine, un'analogia data in uno dei testi ci ricorda: "Come la potenza dell'anima vivifica e muove il corpo, così la potenza di Dio riempie tutto ciò che ha creato... Non c'è dubbio che i servi invisibili servono l'invisibile" (fonte: 1497_7482.txt). Qui si sottolinea che la credenza nella presenza degli angeli nasce da un desiderio naturale di diventare come Dio, di servirLo e di vivere secondo principi spirituali più elevati.Così, l'affermazione sull'assenza di Dio e degli angeli può essere intesa come un promemoria del fatto che la vera fede si basa sulla conoscenza spirituale e sulla rivelazione, e non solo su prove visibili o materiali. L'assenza della loro diretta apparizione empirica non nega la necessità di accettare la loro esistenza come parte di una realtà spirituale superiore, che è confermata sia dall'esperienza storica che dall'insegnamento della Chiesa.Citazioni a supporto:"L'uomo moderno dovrebbe credere negli angeli? Ognuno risponde a questa domanda da solo. In ogni caso, un atteggiamento scettico nei confronti delle testimonianze bibliche e patristiche sugli angeli non separa una persona da Dio e dalla Chiesa. Ricordiamo che la base della nostra fede è la fede nell'Unico Signore in Tre Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. E la fede che il Figlio di Dio si è incarnato per la salvezza degli uomini, ha sofferto, ci ha redenti con la morte di croce ed è risorto!" (Fonte: 278_1385.txt)"Alla fine dell'Introduzione a quest'opera, si dice che Gesù Cristo può essere creduto pienamente o non creduto affatto, non ci possono essere vie di mezzo, e che, poiché è impossibile non credere in Cristo che è incondizionatamente veritiero in tutto, senza peccato e onnipotente, risorto e asceso, c'è solo una via d'uscita: crederlo incondizionatamente in tutto, anche se alcune cose sono inaccessibili alla limitata mente umana. E poiché Gesù Cristo parlò degli angeli come di spiriti incorporei esistenti, noi dobbiamo credere in Lui, come crediamo che l'uomo ha un'anima immortale..." (fonte: 467_2334.txt)