È possibile formulare una precisa definizione testuale del male sia per gli esseri biologici che per quelli non biologici?
È estremamente problematico definire il male con un'unica definizione testuale per gli oggetti che hanno una natura biologica (ad esempio, persone, animali) e quelli che non hanno proprietà biologiche. Da un lato, molti insegnamenti descrivono il male come un fenomeno che sorge in secondo piano rispetto al bene, come risultato dell'uso improprio di quelle forze che sono originariamente buone. Ad esempio, si afferma che:"In secondo luogo, il male non è primario: sorge a partire dall'essenza buona delle creature create da Dio in conseguenza dell'abuso della libertà, che è anch'essa buona... Di conseguenza, il male è un fenomeno secondario, dipendente dalle forze del bene e realizzato attraverso l'uso improprio di forze che sono buone in se stesse; Il male è un parassita che si nutre delle forze del bene". (Fonte: 1281_6403.txt)Una tale visione implica che il male si definisca in relazione all'essenza del bene, il che implica già la presenza di un soggetto cosciente capace di abusare della sua libertà.Inoltre, gli insegnamenti filosofici si dividono in tre tipi di male: metafisico, morale e fisico. Allo stesso tempo, come notato:"In filosofia, l'insegnamento che ci sono tre tipi di male: metafisico, morale e fisico, è molto diffuso. Il male metafisico significa la limitazione degli esseri creati; il male morale è il peccato, cioè la violazione delle norme morali; Il male fisico significa sofferenza fisica e imperfezioni". (Fonte: 1281_6403.txt)Questa divisione riguarda principalmente gli esseri viventi, coscienti, con una sfera morale, e non permette che il concetto di male morale sia trasferito direttamente alla sfera non biologica.Si nota anche che il male non ha una sua base ontologica, ma è piuttosto una deviazione dai fondamenti vitali dell'essere:"Il male in realtà non ha alcuna base ontologica, perché non è sempre una forza creatrice, ma distruttiva. In linea di principio, possiamo chiamare il male una deviazione dai fondamenti vitali dell'esistenza". (Fonte: 1078_5389.txt)Tale descrizione sottolinea che il male è definito come un deficit o una deviazione dallo stato ideale, che dipende ancora una volta essenzialmente dalla valutazione della creazione secondo le norme del bene e la struttura dell'essere, criteri che si applicano agli esseri con determinate qualità, e non a tutte le cose.Così, se si dovesse tentare di formulare un'unica definizione testuale del male, ci si baserebbe inevitabilmente su concetti accessibili solo ad agenti intelligenti o creativi, e non si sarebbe in grado di comprendere oggettivamente il regno non biologico dove non c'è alcuna scelta o coscienza morale ed etica. Per queste ragioni, è estremamente difficile formulare una precisa definizione universale del male applicabile agli esseri biologici e non.Citazioni a supporto:"In secondo luogo, il male non è primario: sorge a partire dall'essenza buona delle creature create da Dio in conseguenza dell'abuso della libertà, che è anch'essa buona... Di conseguenza, il male è un fenomeno secondario, dipendente dalle forze del bene e realizzato attraverso l'uso improprio di forze che sono buone in se stesse; Il male è un parassita che si nutre delle forze del bene". (Fonte: 1281_6403.txt)"Il male in realtà non ha alcuna base ontologica, perché non è sempre una forza creatrice, ma distruttiva. In linea di principio, possiamo chiamare il male una deviazione dai fondamenti vitali dell'esistenza". (Fonte: 1078_5389.txt)"In filosofia, c'è un insegnamento diffuso che ci sono tre tipi di male: metafisico, morale e male fisico..." (Fonte: 1281_6403.txt)