Come viene trattata la questione biblica della cacciata dal Paradiso: si applica solo ad Adamo o ad ogni persona?

La risposta a questa domanda implica che l'espulsione dal Paradiso nella narrazione biblica avviene originariamente con Adamo (ed Eva), ma le sue conseguenze sono imposte a tutta l'umanità in quanto eredi dei progenitori.

Alcuni commenti teologici sottolineano che l'evento dell'esilio è legato al peccato individuale di Adamo, il quale, secondo la Scrittura, violò il comandamento del Creatore. Così, una delle fonti dice:
"E Dio disse: Ecco, Adamo divenne come uno di noi, conoscendo il bene e il male; e ora che non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva in eterno. E Dio lo mandò fuori dal giardino di Eden a coltivare la terra da cui era stato tratto..."
(Fonte: 1104_5517.txt)

Allo stesso tempo, in alcune interpretazioni, si pone l'accento proprio sul fatto che è attraverso l'espulsione di Adamo (come rappresentante dell'umanità) che si manifesta la cura di Dio per l'uomo – la punizione non è tanto un atto di rabbia quanto una misura che permette a una persona di crescere spiritualmente nel tempo. Ad esempio, un commento cita l'immagine di un padre amorevole che, privando suo figlio dei privilegi, gli dà la possibilità di riformarsi e merita di nuovo un ritorno:
«... come un padre amorevole all'inizio permette a suo figlio di vivere in casa e di godere di tutto ciò che è paterno; ma quando vede che suo figlio è peggiorato da questo onore, lo priva della sua mensa e lo allontana dalla sua persona, e spesso lo caccia fuori dalla stessa casa di suo padre, in modo che, dopo il suo esilio, diventi migliore..."
(fonte: 1478_7389.txt)

Si nota anche che lo stato finale dell'umanità – la nostalgia per il paradiso perduto – è una conseguenza dell'espulsione di Adamo, grazie alla quale la perdita della beatitudine primordiale diventa un'esperienza comune a tutti gli uomini:
"Tutta l'esistenza successiva dell'umanità fu piena di desiderio per il paradiso; era la ricerca di un sentiero attraverso il quale si potesse tornare alla beatitudine perduta..."
(fonte: 1203_6012.txt)

Così, sebbene il fatto dell'esilio nella Scrittura colpisca direttamente Adamo (e, in una certa misura, Eva), il suo significato e le sue conseguenze si estendono a tutta la natura umana, determinando lo stato generale della caduta e la necessità della redenzione per tutti i discendenti.

Citazioni a supporto:
"E Dio disse: Ecco, Adamo divenne come uno di noi, conoscendo il bene e il male; e ora che non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva in eterno. E Dio lo mandò fuori dal giardino di Eden a coltivare la terra da cui era stato tratto..." (Fonte: 1104_5517.txt)

«... come un padre amorevole all'inizio permette a suo figlio di vivere in casa e di godere di tutto ciò che è paterno; ma quando vede che suo figlio è peggiorato da questo onore, lo priva della sua mensa e lo allontana dalla sua persona, e spesso lo caccia fuori dalla stessa casa di suo padre, in modo che, dopo il suo esilio, diventi migliore..." (fonte: 1478_7389.txt)

"Tutta l'esistenza successiva dell'umanità fu piena di desiderio per il paradiso; era la ricerca di un sentiero attraverso il quale si potesse tornare alla beatitudine perduta..." (fonte: 1203_6012.txt)

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