Come possiamo definire chi è Dio, tenendo conto dei diversi punti di vista religiosi e filosofici?
Gli approcci religiosi e filosofici alla definizione di Dio differiscono in modo significativo, ma entrambe le direzioni convergono nella comprensione di Dio come fonte della realtà più elevata, alla quale l'uomo tende attraverso l'esperienza personale e la comprensione intellettuale.Da un punto di vista religioso, Dio si definisce attraverso l'esperienza della connessione con questa fonte superiore. Come si legge in una delle fonti, "la religione è il riconoscimento di Dio e l'esperienza della connessione con Dio. Se questa formula religiosa sarà tradotta in linguaggio filosofico, si esprimerà nel modo seguente: la religione è l'esperienza del trascendente, che diventa immanente, ma con la conservazione della sua trascendenza" (fonte: 1261_6303.txt). L'attenzione si concentra qui su un'esperienza che va oltre l'intelletto ordinario e tocca l'esperienza interiore più profonda dell'uomo, dimostrando che Dio non è tanto un oggetto di evidenza quanto una realtà con la quale si stabilisce un legame intimo.L'approccio filosofico offre una visione leggermente diversa. I pensatori moderni, traendo idee dal cristianesimo, rappresentano Dio nella forma di un essere umano dotato di una mente infinita e di una volontà illimitata. Così, come si nota: "La visione dei nuovi filosofi, purificata dal cristianesimo, presenta Dio in forma di uomo con una mente infinita e con una volontà illimitata, cioè prende dall'esperienza degli uomini e non sale oltre. Fichte, volendo purificare la religione dall'antropomorfismo, tolse la personalità a Dio: infatti, non trovando un solo nome che non avesse nulla sperimentato, chiamò Dio ordine morale" (fonte: 1177_5880.txt). Questa visione sottolinea che il concetto di Dio può includere non solo qualità personali, ma anche categorie astratte che riflettono una moralità e una razionalità superiori.Così, la definizione di Dio, tenendo conto di vari punti di vista, può essere formulata come segue: Dio è un principio trascendente, che, essendo entrato a far parte del mondo dell'esperienza umana, acquista una manifestazione immanente attraverso l'esperienza, ed è anche percepito intellettualmente come il più alto principio morale e normativo. Un tale approccio combina un senso diretto della presenza di una realtà superiore con un desiderio filosofico di comprenderla attraverso la ragione e le categorie morali.Citazioni a supporto:"Nella religione, una persona sente di essere vista e conosciuta prima di conoscere se stessa, ma allo stesso tempo è consapevole di essere lontana, tagliata fuori da questa buona fonte di vita, con la quale si sforza di ristabilire il legame, di stabilire la religione. ... la religione è il riconoscimento di Dio e l'esperienza della connessione con Dio. ... l'esperienza del trascendente-immanente". (fonte: 1261_6303.txt)"La visione dei nuovi filosofi, purificata dal cristianesimo, presenta Dio nella forma di un uomo con una mente infinita e con una volontà illimitata, (...) Fichte, volendo purificare la religione dall'antropomorfismo, tolse la personalità di Dio: perché, non trovando un solo nome che non avesse nulla di sperimentato, chiamò Dio l'ordine morale". (Fonte: 1177_5880.txt)