I limiti della coscienza: barlumi di chiarezza negli ultimi istanti di vita

Nel mondo della scienza, ci sono cambiamenti sorprendenti nel comportamento e nella fisiologia poche ore prima della morte, quando il cervello e il cuore sperimentano punti di non ritorno. La ricerca mostra che in un momento critico, anche le persone con disabilità intellettiva a lungo termine possono riacquistare temporaneamente la lucidità mentale e il ripristino della memoria, un processo che rivela i misteri delle fasi finali della vita.

Le osservazioni scientifiche suggeriscono che i meccanismi neurofisiologici nel periodo pre-morte possono attivare le parti centrali del cervello, consentendo il ritorno delle funzioni cognitive. Esempi clinici mostrano come i pazienti che hanno perso la capacità di pensare e ricordare chiaramente per molto tempo iniziano a ricordare chiaramente i loro cari, le loro relazioni e persino ad avere una conversazione significativa pochi minuti prima della loro morte. Questo fenomeno indica che anche con l'apparente fine dell'attività vitale, il cervello è in grado di fare un salto inaspettato nell'attività cognitiva.

Osservazioni come questa ci fanno riflettere sulla profondità e sul mistero della coscienza umana. Ci ricordano che gli ultimi momenti di vita possono essere segnati non solo da un addio, ma anche da un sorprendente ritorno di lucidità e vitalità interiore. Questo periodo dinamico apre prospettive per ulteriori studi sui processi neurofisiologici alla base della nostra coscienza e ci permette di guardare alla morte come a una fase di transizione piena di energia nascosta e di sorprendenti possibilità di comprensione del cervello umano.
Perché alcune persone hanno cambiamenti specifici nel comportamento e nella fisiologia poche ore prima della morte?
È stato osservato che i cambiamenti osservati nel comportamento e nella fisiologia nelle ore prima della morte sono associati a transitori cerebrali e cambiamenti nella funzione cardiaca, che sembrano portare a un risveglio a breve termine della coscienza, anche nelle persone con disabilità intellettive a lungo termine. Ad esempio, come osserva Egger, "Più di un quarto dei maniaci morenti ritorna alla coscienza e alla coscienza prima di morire. Anche gli ottusi e gli idioti al momento della morte immaginano un'illuminazione della coscienza, durante la quale manifestano una memoria e un'intelligenza insolite..." (Fonte: 1486_7426.txt, pagg. 264-265). Ciò indica che nei momenti critici della vita si verifica un'attivazione dei meccanismi neurofisiologici che assicurano il recupero repentino delle funzioni cognitive.

Inoltre, il professor P. Kovalevsky descrisse dettagliatamente un tale fenomeno: "Personalmente ebbi occasione di osservare", dice il noto psichiatra Prof. P. Kovalevsky, "persone croniche deboli di mente che erano state in questo stato per molti anni, che non ricordavano il padre, la madre, i figli, e nemmeno il proprio nome, che pochi minuti (30-120) prima della morte ricordavano abbastanza chiaramente e distintamente la loro famiglia, i loro affari e avevano una conversazione corretta e ragionevole..." (Fonte: 1486_7426.txt, pagina: 264). Questa osservazione indica che anche con un declino cognitivo prolungato nel periodo di pre-morte, ci può essere un "salto" temporaneo nel recupero della memoria e della ragione.

Pertanto, cambiamenti specifici nel comportamento e nella fisiologia osservati nelle ore prima della morte possono essere causati da processi agonistici in cui vi è una breve riattivazione delle strutture neuronali centrali. Questo porta a esplosioni inaspettate di chiarezza mentale, recupero della memoria e pensiero più chiaro, anche in coloro che normalmente soffrono di limitazioni cognitive significative.

Citazioni a supporto:
"Egger dice che più di 1/4 dei maniaci morenti ritornano alla coscienza e alla coscienza prima di morire. Anche gli ottusi e gli idioti al momento della morte immaginano un'illuminazione della coscienza, durante la quale manifestano una memoria e un'intelligenza insolite..." (Fonte: 1486_7426.txt, pagg. 264-265)

"Personalmente ho avuto occasione di osservare", dice il noto psichiatra Prof. P. Kovalevsky, "persone croniche deboli di mente che erano state in questo stato per molti anni, che non ricordavano né il padre, né la madre, né i figli, e nemmeno il proprio nome, che pochi minuti (30-120) prima della morte ricordavano abbastanza chiaramente e distintamente la loro famiglia, i loro affari e conducevano una conversazione corretta e ragionevole..." (Fonte: 1486_7426.txt, pagina: 264)

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