Eterno Labirinto delle Illusioni

Arriva un momento nella vita di ognuno di noi in cui ci troviamo di fronte a una serie di scelte ripetitive, come in un gioco senza fine con porte chiuse dietro le quali si promette la felicità. Come affascinati, entriamo sempre di nuovo in questo circolo vizioso dell'autoinganno, dove ogni delusione ci spinge solo al tentativo successivo. Spesso, dopo esserci ripresi da quelli perduti, ci precipitiamo di nuovo nel vortice della speranza, credendo che la vera soddisfazione sarà finalmente nascosta dietro la porta accanto, anche se il percorso ci porta invariabilmente a vicoli ciechi familiari.

Questa dinamica ricorda l'eterno desiderio di cambiamento, quando il desiderio interiore di essere diversi dai ruoli sociali imposti ci spinge a cercare percorsi alternativi, anche se ripetono gli stessi vecchi errori. Se da un lato il gioco a cui partecipiamo può aprire nuove sfaccettature dell'umanità, dall'altro ci porta in un mondo di illusioni ingannevoli, un mondo in cui la speranza viene confusa con l'inganno e le pressioni sociali non fanno altro che gettare benzina sul fuoco.

È importante ricordare che la liberazione da questo scenario chiuso è possibile solo attraverso la realizzazione delle vere ragioni delle nostre scelte. Riconoscere e abbandonare l'abitudine di lottare all'infinito per porte irraggiungibili ci aiuta a uscire dal labirinto delle illusioni e ad affrontare la realtà. Dopotutto, solo smascherando l'autoinganno possiamo trovare il percorso unico che ci condurrà alla vera felicità e libertà, superando l'ingannevole vortice degli errori ripetuti.
Cosa si intende per "gioco che non può essere ritirato" e quali meccanismi possono portare a tale stato?
Il "gioco da cui non puoi uscire" significa un circolo vizioso di azioni ripetitive e autoinganno, in cui una persona è inconsapevolmente trascinata in una ripetizione infinita di scelte ed errori. La vita diventa un tale "gioco" quando una persona è costantemente alla ricerca di nuove "porte" con promesse di felicità, ma dietro di esse si nascondono solo illusioni e inganni. Il meccanismo di questo stato si manifesta nel fatto che dopo ogni fallimento o delusione, una persona si riprende, torna tra la folla e di nuovo si trova di fronte a una scelta: continuare gli stessi errori, sperando che la scelta precedente fosse sbagliata, o prendere un nuovo, ma essenzialmente esattamente lo stesso percorso di autoinganno.

Un tale stato chiuso è caratterizzato dalla natura ciclica dell'inganno: una persona intrappolata nelle illusioni sceglie costantemente "porte ingannevoli", assicurandosi che è dietro la svolta successiva che si nasconde la chiave della felicità, anche se in realtà ci sono angoli e fessure e vicoli ciechi dietro le porte. Questo processo è intensificato dall'autoinganno e dalla pressione sociale, quando l'individuo non si accorge che le sue scelte ripetono solo un ciclo infinito di errori.

Citazioni a supporto:
"Siamo ciechi, siamo in completo errore! L'orrore dell'inganno rimane un mistero e la folla si precipita alle agognate porte con la stessa eccitazione. Non solo coloro che non hanno sperimentato l'inganno delle porte lottano avidamente per ottenerle, ma anche il rimpatriato cade in questo vortice. Succede molto semplicemente. Una persona entrerà di nuovo nella sala e si mescolerà alla folla. Il tempo passerà, si sarà già ripreso da quello che ha vissuto e sta di nuovo cercando porte, di nuovo scegliendo strade. Ora spingerà attraverso un'altra porta ingannevole, pensando che dietro ci sia la chiave della felicità e che la sua prima scelta sia stata sbagliata. Accade che una persona, dopo aver ripreso fiato per le perdite ricevute, infettata dal veleno velenoso della felicità ingannevole, si precipiti verso la porta familiare per la seconda volta, attribuendo la delusione della prima volta alle sue azioni irragionevoli, alla sua incapacità di vivere, e per nulla alla direzione del sentiero ingannevole. (Fonte: 1188_5936.txt)

"Il gioco è una parte necessaria e inevitabile della vita di quasi tutte le persone, non solo di un bambino. Un gioco è la capacità di essere diversi. Si tratta della disidentificazione di una persona con il ruolo sociale a cui è "attaccata" e in cui gli altri sono abituati a vederla. Ci sono giochi in cui una persona risulta essere più umana che nella sua uniforme ufficiale". (fonte: 1238_6185.txt)

Pertanto, entrare in un tale "gioco" si verifica a causa di un circolo vizioso di autoinganno, quando una persona non riesce a rompere l'abitudine di cercare la felicità dietro la porta accanto, e inoltre, la pressione sociale e un desiderio interno di essere diversi dal ruolo imposto non fanno che aggravare la situazione, rendendo quasi impossibile uscire da questo stato.

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